Legami Letterari tra I’Italia e I’Irlanda
Riscoprire i veri valori che hanno caratterizzato la cultura della nostre nazioni è la sfida lanciata ad ognuno di noi per portare un contributo significativo alla costruzione del “villagio globale” e di un mondo di nazioni, unite nel rispetto e promozione dei fondamentali valori di ogni essere umano. I legami culturali tra L’Italia e L’Irlanda e il loro contributo al mondo dei valori vengono eminentemente illuminati dai loro scrittori.
E’ risaputo che Dante (1264–1325), è stato influenzato per la sua Divina Commedia dalla Visio Tnugdali del 1149, una delle più celebri visioni del Medioevo, scritta dal monaco irlandese Marcus. A sua volta il sommo poeta italiano ha esercitato un suo fascino su molti autori irlandesi fino a Seamus Heaney (1939–), Premio Nobel per la letteratura, Ciaran Carson (1948–) e Louis MacNiece (1907–1963), solo per citarne alcuni.
William Butler Yeats (1865–1939), Premio Nobel per la letteratura nel 1923, è stato influenzato dal Sommo Poeta italiano, letto nelle traduzioni di Dante Gabriel Rossetti (1828–1882), come egli stesso ammetterà: “Non sono uno studioso di Dante, ma l’ho letto in Shadwell o in Dante Rossetti, ma sono da sempre convinto che ha celebrato la donna più pura che sia mai stata cantana e la Divina Giustizia.” In The Savoy del luglio 1896, Yeats riproduce i raggiri degli amanti, Francesca e Paolo del Canto V dell’Inferno in un articolo intitolato: “William Blake and his illustrations to the Divine Comedy.” In A Vision, ponendo Dante nella Fase 17, lo verde come l’uomo “Daimonic,” avendo raggiunto l’ “Unita` dell’Essere” o “Unity of Being” come poeta.
William Butler Yeats ebbe una particolare relazione con l’Italia. Convinto che non poteva esistere una grande letteratura senza nazionalità e una grande nazionalità senza letteratura, si ispiro in modo particolare alla storia e leggenda irlandese e crco di esplorare ed esprimere lo spirito intimo dell’irlandesita e, quindi, della stessa nazione irlandese, divenendo un vero pilastro della nuova rinascita culturale irlandese. Yeats venne per la prima volta nel 1907 nel Bel Paese, dietro invito di Lady Gregory e del figlio Robert, visitando Rapallo, Urbino, Rimini, Milano, Venezia, Firenze e Ferrara, tutte località con importanti associazioni rinascimentali, I mosaici di Ravenna svegliarono in lui un grande interesse per la cultura e la storia bizantina e i poemi, To a wealthy man e The people, si riferiscono a questa visita. Nel 1925 W.B. Yeats fu in Sicilia, dove ammiro le glorie classiche e la bellezza dell’isola. A Siracusa, Yeats, Senatore del Libero Stato Irlandese, rimase particolarmente colpito dalle monete greco-sicule. Quando venne il momento di presentare i nuovi disegni per le monete in Irlanda, il Senatore Yeats diede ai coniatori quelle siciliane come tema da riprodurre con un animale da una parte e il valore della mometa dall’altra. Tali monete sono state in vita dal 1927 fino all’avvento dell’Euro. Durante il suo soggiorno siciliano, Lucio Piccolo (1901–1969) ebbe il grande onore di fare non solo da guida al poeta irlandese, ma anche di condividere con lui la passione per la poesia mistica. Questo cugino di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore di Il gattopardo, intrattene un’intensa corrispondenza con Yeats, già pubblicata da Natale Tedesco. E’ stato lui che con la sua cultura alchemica e misterica ha introdotto il cugino Giuseppe nel mondo di Yeats e fu lui che guidò Yeats ed Erza Pound durante la loro visita in Sicilia. Da qui W.B. ando a Napoli, visitando Capri, e poi passò una settimana a Roma prima di tonare in Irlanda. Da marzo 1928 a giugno 1933 Yeats visse con la sua famiglia a Rapallo in via Americhe, dove annotò una prima stesura di poesie e articoli, apparsi, insieme a un saggio su Rapallo, nel libro: A Packet for Ezra Pound.
Yeats ammiro molti altri scrittori italiani, quali Baldassarre Castiglione (1478–1529), soprattutto il suo concetto di “spezzatura” come appare in Il Cortigiano; Michelangelo Buonarotti (1475–1564) in Long-legged Fly; Giambattista Vico (1668–1744) “Vico è stato il primo filosofo moderno a scoprire nella sua mente e nella storia europea tutto il destino umano” (“On the Boiler”), Benedetto Croce (1866–1952) e Giovanni Gentile (1875–1944), di cui possedeva nella sua biblioteca La teoria della mente come atto puro e La riforma dell’istruzione, il filosofo Mario Manilo Rossi di cui divenne amico nel 1932 Rossi pubblicò Viaggio in Irlanda in cui descrive la sua amicizia con Yeats e Lady Gregory.
William Butler Yeats venne tradotto in italiano. Le sue Tragedeie irlandesi appaiono nel 1914, tradotte da Carlo Linati; Sergio Solmi nel 1977 tradusse The scholars e The rose of the world, apparsi su Quaderno di traduzioni: Giovanni Giudici, cinque anni dopo, presento Among school children, Sailing to Bysantium e The road at my door; Giuseppe Conte, nel 1990, tradusse Leda and the swan e Montale, anche lui Premio Nobel per la Letteratura nel 1975, mostrò grande ammirazione verso Yeats, traducendo varie delle sue poesie come The grande ammirazione verso Yeats, traducendo varie delle sue poesie come The Indian to his love, When you are old, After the long silence, Sailing to Bysantium… Yeats collaborò anche con il triestino Nicolo Vidacovich nella traduzione del 1° atto di The Countess Cathleen.
Gabriele D’Annuzio (1863–1938) e Luigi Pirandello – “Pirandello, l’unico dei drammatisti viventi che possiede materiale importante e inesauribile, descrive la transizione dall’individualismo alla plasticità universale” (Lettera) vennero anche rispettati da Yeats. Yeats ammiro anche il Duce, Benito Mussolini, ma la sua, a detta di Seamus Heaney, fu un “infatuazione” più che un “affliazione.” Su di lui, come anche su molti altri poeti irlandesi dell’inizio del XX secolo quali A.E. e T.S Elliot (1888–1965), certamente influirono i filosofi Marsilio Ficino (1433–1499) e Girdano Bruno (1548–1600), soprattutto nelle loro visioni teosofiche e nei loro interessi per il mondo dell’occulto. Nell’interscambio tra autori italiani e l’illustre poeta irlandese, dobbiamo ricordare lo studio di Giuseppe Tramasi di Lampedusa (1896–1957): W.B. Yeats e il risorgimento irlandese, apparso in Le opere e i giorni e l’interesse condiviso in tematiche mistico-esoteriche tra Lucio Piccolo e Yeats. Yeats non fu l’unico ad ammirare l’Italia.
Scrittori dei due paesi sono divenuti poli d’attrazione della letteratura universale. John Millington Synge (1871–1909) e Giovanni Verga (1840–1922) sono tra i più grandi. Essi si sono ispirati per le loro tematiche alla vita popolare, elevandola a livello universale. George Bernard Shaw (1856–1950), Luigi Pirandello (1867–1936) e Samuel Beckett (1906–1989) vincitori del Premio Nobel, sono i “pilastri” del teatro del XX secolo e i tre portarono una nuova weltanshauung (la visione d’insieme). L’influsso dei moduli pirandelliani nel teatro contemporaneo irlandese e più che evidente. Flann O’Brien (1911–1966) e Vitaliano Brancati (1907–1954) sono forse i migliori scrittori di satira e parodia del XX secolo. Oscar Wilde (1854–1900) si recò due volte in Sicilia e si innamorò del suo patrimonio culturale e anche delle sue persone. Questo grande scrittore irlandese ha certamente tanto in comune con il suo collega siciliano, Leonardo Sciascia (1921–1989), anche se più giovane.
James Joyce (1821–1941) e Italo Svevo (1861–1928) sono esempi ben noti di questa interdipendenza culturale. Joyce, “il triestino di Dublino” o “il dublinese di Trieste,” ha contribuito alla scoperta di Italo Svevo e quest’ultimo gli ha comunicato una grande passione per il mondo dell’italianità. La “triestinità” di James e la simbiosi culturale con la città adriatica sono quanto mai sorprendenti. Lo scrittore irlandese ha passato gli anni 1904-05 a Trieste e dintorni, insegnando inglese alla Berlitz School di Piazza Goldoni, scrivendo sul Piccolo della Sera e, soprattutto, incontrandosi con un uomo, l’industriale e commerciante Ettore Schmitz alias Italo Svevo, che influi notevolmente sulla sua vita. Trieste divenne la citta rifugio di questo “genio” irlandese. A Trieste egli diede sfogo ai suoi umori letterari e scrisse la maggior parte dei suoi primi lavori: Chamber Music, Dubliners, Stephen Hero, Portrait of the Artist e Scritti italiani. Questi ultimi, raccolti e pubblicati da Mondadori, ci presentano un Joyce giornalista, saggista, polemista e ci danno sentore dell’ambiente culturale e politico triestino, patriotticamente insofferente e irredentista, prima della Grande Guerra.
Ai nostri giorni sono molti gli irlandesi, che hanno scritto e ammirato l’Italia. Ricordiamo: Sean O’Faolain (1900–1991), forse il migliore scrittore irlandese di novelle del XX secolo, che, nel 1953, osservava le similarità politiche e sociali tra la sua Irlanda e l’Italia; Maeve Binchy (1940–) e il suo romanzo, Evening class, esplorano gli interessi irlandesi nella lingua e cultura italiana; Harry Clifton (1952–), che passò tre anni in Italia sulle orme di Ignazio Silone:
On the Spine of Italy: a year in Abruzzi, Macmillan, London, 1999; e come lui anche Ciaran O’Driscoll (1943–), che vede in Silone un modello civile e politico; William Trevor (1928–) ha anche amato l’Italia, scrivendo: My House in Umbria e molte novelle ambientate nel Bel Paese.
Questi sono solo alcuni dei legami letterari tra Italia e Iralnda, che hanno arricchito le due nazioni e che costituiscono un vero patrimonio culturale dell’umanità.
Literary Links between Ireland and Italy
To rediscover the true values that characterized the culture of our countries is the challenge that each one of us faces in order to bring a meaningful contribution to the building of a the “global village” and to a world of nations, united on the respect and in the promotion of the fundamental values of each human being. Their writers eminently underline the cultural links between Ireland and Sicily and their contribution to the world of values.
It is well known that the Visio Tnugdali of 1149, one of the most famous visionaries of the Middle Ages, written by the Irish monk, Marcus, influenced Dante (1264–1325) in his Divina Commedia. At the same time the Italian poet exercised a great fascination for many Irish writers, including Seamus Heaney (1939 –), Irish Nobel Prize winner for literature in 1995, Ciaran Carson (1948 –) and Louis MacNiece (1907–1963).
William Butler Yeats (1865–1939), Irish Nobel Prize winner for literature in 1923, was influenced by Dante, whom he read in the translations by Dante Gabriel Rossetti, who wrote: “I am no Dante scholar, and I read him in Shadwell or in Dante Rossetti, but I am always persuaded that he celebrated the most pure lady poet ever sung and the Divine Justice.” In the journal, The Savoy, of July 1896, Yeats reproduces the lovers’ games, Francesca and Paolo of the Canto V of the Inferno, entitled “William Blake and His Illustrations to the Divine Comedy.” In the book, A Vision, positioning Dante in the Phase 17, he sees him as the “Daimonic” man, having reached the “Unity of the Being” as a poet.
William Butler Yeats had a particular relationship with Italy. Convinced that “a great literature cannot exist without a nation and a great nation without literature,” he found inspiration in Irish history and folklore. He tried also to explore and express the intimate spirit of Irishness and therefore, of the same Irish nation, becoming a true pillar of the new cultural Irish renaissance. Yeats came for the first time to Bel Paese in 1907, invited by Lady Gregory and his son, Robert, visiting Rapallo, Urbino, Rimini, Milano, Venezia, Firenze and Ferrara, all towns with important renaissance links. The mosaics of Ravenna aroused in him a great interest for the Byzantine culture and history. The poems, “To a Wealthy Man” and “The People,” refer to this visit. In 1925, W.B. Yeats went to Sicily, where he also admired the classical beauty of the island. While in Syracuse, Yeats, Senator of the Irish Free State, was impressed particularly by the Greek-Sicilian coins. When the moment arrived to present the designs for the newer coins in Ireland, Senator Yeats gave the Greek-Sicilian coins to the tenders, asking to reproduce them in their design and theme with an animal on one side and the value of the coin on the other. These coins were in use from 1927 up to the advent of the Euro. During his stay in Sicily, Lucio Piccolo had the honor of being not only the guide of the Irish poet, but also sharing with him his passion for mystical poetry. This cousin of Giuseppe Tomasi di Lampedusa, author of Il Gattopardo, kept an intense correspondence with Yeats, published by Natale Tedesco. It was he, who with his alchemic culture, introduced his cousin Giuseppe to Yeats’ world, and it was he who guided Yeats and Ezra Pound in their visit to Sicily. From here Yeats traveled to Naples, visiting Capri, and later he spent a week in Rome before returning to Ireland. From March 1928 till June 1933, Yeats stayed with his family in Rapallo on via Americhe, where he worked on a first draft of poems and articles, which appeared together with an essay on Rapallo, in the book, A Packet for Erza Pound.
Yeats admired many other Italian writers, such as Baldassarre Castiglione, above all his concept of “sprezzatura” as it appears in Il Cortegiano; Michelangelo Buonarotti in Long-legged Fly; and Giambattista Vico. In the article, “On the Boiler,” Yeats stated that “Vico was the first modern philosopher to discover in his own mind, and in the European past, all human destiny.” Other influences on Yeats were Benedetto Croce and Giovanni Gentile, whose books are in Yeats’ library, including La Teoria della Mente Come Alto Puro and La Riforma dell’istruzione. The philosopher, Mario Manlio Rossi, Yeats’ new friend, published Viaggio in Irlanda in 1932, where he describes his friendship with Yeats and Lady Gregory.
William Butler Yeats was translated into Italian. His Irish tragedies appear in 1914, translated by Carlo Linati; Sergio Solmi in 1977 translated the poems, “The Scholars” and “The Rose of the World,” published in Quaderno of translations; Giovanni Giudici, five years after, published the Italian translations of “Among School Children,” Sailing to Byzantium” and “The Road at My Door; Giuseppe Conte, in 1990, translated “Leda and the Swan” and Montale, who won the Nobel Prize for Literature in 1975, showed great admiration for Yeats, translating several of his poems, such as “The Indian to His Love,” “When You Are Old,” “After Long Silence,” and “Sailing to Byzantium… Yeats also worked with Nicolo Vidacovich from Trieste in the translation of the first act of The Countess Catheleen.
The poet and the novelist, Gabriele D’Annunzio, and the playwright, novelist and short story writer, Luigi Pirandello (winner of the Nobel Prize for Literature in 1934) were greatly respected by Yeats. “Pirandello, the only one of the living dramatists who has important and inexhaustible material, describes the transition from individualism to universal plasticity” (Collected Letters of W.B. Yeats). Yeats also admired Il Duce, Benito Mussolini, but his affection, as Seamus Heaney said, was an “infatuation” more than an “affiliation.” Yeats, as well as other Irish poets at the beginning of the 20th century, such as A.E., was influenced by the philosophers, Marsilio Ficino and Giordano Bruno, above all in their theosophic visions and interests for the world of occult. In the interexchange between Italian authors and the famous Irish poet, Yeats, we must mention the study by Giuseppe Toamasi di Lampedusa (1896-1957): W.B. Yeats e il Risorgimento Irlandese, published in Le opera e i giorni and the shared interest in mystical-exoteric topics between Lucio Piccolo and Yeats. Yeats was not the only one to admire Italy.
Writers of the two countries became poles of attraction of the universal literature. John Millington Synge (1871–1909) and Giovanni Verga (1840–1922) are two of the greatest of all times. They found inspiration in the popular life, elevating it at the universal level. George Bernard Shaw (1856–1950), Luigi Pirandello (1867–1936) and Samuel Beckett (1906–1989), all Nobel Prize winners, are the “pillars” of the Twentieth-century theatre and the three of them brought a new weltanshauung (worldview). The influx of Pirandello’s modules in the contemporary Irish theatre is more than evident. Flann O’Brien (1911–1966) and Vitaliano Brancati (1907–1954) are perhaps the best writers of satire and parody in the twentieth century. Oscar Wilde (1854–1900) visited Sicily twice and he fell in love with its splendor and also with its people. The great Irish writer has certainly a lot in common with the younger Sicilian colleague, Leonardo Sciascia.
James Joyce (1882–1941) and Italo Svevo are famous examples of this cultural interdependence. Joyce, “the Triestin from Dublin,” or “the Dubliner from Trieste,” contributed to the discovery of Svevo and the latter passed to Joyce a great passion for the Italian world. La “triestness” of James and the cultural symbiosis with the Adriatic city are really surprising. The Irish writer spent the years 1904-05 in Trieste and its surroundings, teaching English at the Berlitz School on the Piazza. Goldoni, wrote in Piccolo della Sera about meeting the industrialist and trader, Aron Ettore Schmitz, alias Italo Svevo, who had a great influence on Joyce’s life. Trieste became the city of refuge for this Irish “genius.” In Trieste he fully expressed his literary wit and wrote the majority if his first works: Chamber Music, Dubliners, Stephen Hero, Portrait of the Artist as a Young Man and Scritti Italiani. This latter book of essays, and lectures, published by Mondadori, presents Joyce as a freelance journalist, essayist, polemist, giving us a picture of the cultural and political environment of Trieste before the Great War.
In more contemporary times many Irish continued to write about and admire Italy. For example, Sean O’Faolain (1900–1991), perhaps the best writer of short stories of 20th century, who, in 1953, observed the political and social similarities between Ireland and Italy; Maeve Binchy (1940–) in her novel, Evening class, explores the Irish interest in Italian language and culture; Harry Clifton (1899-1973), who for three years studied Ignazio Silone in Italy: On the Spine of Italy: a Year in Abbruzzi, Macmillan, London, 1999; Ciaran O’Driscoll (1943–) who sees in Silone a civic and political model; and William Trevor (1928–) who loves Italy in the novella, My House in Umbria, and his many short stories located in Bel Paese.
These are only a few of the cultural links between Ireland and Italy that enriched the two countries and constitute a true cultural heritage for mankind.
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